Rispetto al servizo fotografico, il primo quesito da porsi, a mio avviso, dovrebbe essere il seguente:
“A ricordo del mio matrimonio, desidero avere fotografie pianificate a tavolino per ottenere un’atmosfera spettacolare, da mille e una notte, o immagini spontanee in cui mi riconosco, in grado di rispecchiare il mio modo di essere e raccontare in modo autentico la giornata?”
A ciascuno naturalmente la propria risposta.
Qualche giorno fa sfogliando una rivista patinata ho visto un servizio che ha attirato la mia attenzione perchè trattava il tema matrimonio. L’articolo era illustrato con immagini fotografiche molto accattivanti che ritraevano modelli bellissimi che indossavano abiti pregiati in scenari da sogno. La mia prima reazione è stata “wow”, che spettacolo!
Immediatamente dopo sono seguite altre considerazioni. Provo a condividerle di seguito.
Un editoriale pubblicitario ha lo scopo dichiarato di presentare e promuovere al meglio il prodotto che sta mostrando. Fin qui tutto ok. Il punto è che a fianco di contenuti di questo tipo viene veicolato un immaginario verso il quale le persone che stanno guardando quelle fotografie (e che molto probabilmente stanno pensando di sposarsi) dovrebbero tendere per sentirsi fighi o quantomeno a proprio agio.
Cio che mi chiedo (e chiedo a te che stai leggendo queste righe) è se nella vita reale di tutti giorni per una coppia che ha deciso di sposarsi, persone “normali” che hanno una vita scandita dal lavoro, dalle incombenze personali e da tutta una serie di menate, ha senso, è necessario o utile aspirare a riprodurre un modello di questo tipo, lontano magari mille miglia dalla propria realtà quotidiana.
Essere o non essere…, questo è il problema.
Nella fotografia di matrimonio, come in moltissimi altri ambiti fotografici, ormai da tempo si sta facendo strada una tendenza sempre più marcata verso la spettacolarizzazione. Questo conduce ad una corsa senza limiti a realizzare fotografie in grado di suscitare nell’osservatore il cosiddetto effetto “Wow!!”. Una ricerca dell’immagine più fantasmagorica e stupefacente in grado di lasciare a bocca aperta e gratificare l’ego di chi si vede ritratto nella ricerca di far corrispondere il risultato fotografico con l’immagine di sé.
Questo fenomeno non dipende soltanto da noi fotografi (che spesso siamo vittime di questo meccanismo) ma da una serie di fattori che caratterizzano l’epoca in cui viviamo. Primo fra tutti la smisurata crescita del flusso di immagini a cui siamo sottoposti quotidianamente che ha fatto si che, inevitabilmente, il nostro livello di attenzione si sia drasticamente abbassato e per destare la nostra attenzione sono necessari scossoni sempre più forti.
Al di là di una valenza puramente estetica delle fotografie scattate, per quanto mi riguarda credo che il più grande valore che può assumere la testimonianza fotografica del giorno del matrimonio, sia la condivisione di un’esperienza con gli sposi al fine di realizzare immagini in grado di comunicare le emozioni vissute e nelle quali essi si possano riconoscere. Per me è molto più importante creare ricordi autentici, magari imperfetti, piuttosto che immagini “alla moda” da rivista patinata o con atmosfera hollywoodiana.
Durante un matrimonio, mi piace cogliere e raccontare le situazioni così come si manifestano durante la giornata e la sorpresa che si può avere istante dopo istante. Tutto ciò che accade ha dignità di essere ricordato, non solo i momenti in cui gli sposi sono al massimo delle loro possibilità, felici e sorridenti ma anche quando sono pensierosi, preoccupati e stanchi.
Apparenza e realtà
Chi è diversamente giovane come me ricorderà la pellicola culto Matrix. La famosa trilogia che ha riscosso grandissimo successo agli inizi degli ’90 del ‘900 che narra le peripezie di Neo, novello eroe unico eletto in grado di svelare la realtà che sta dietro all’apparenza dei fatti quotidiani e risvegliare le anime sopite. La tesi che sta alla base del progetto filmico è molto interessante.
Esistono due realtà: una rappresentata dall’esistenza edulcorata di tutti i giorni, un mondo virtuale elaborato al computer creato per tenere sotto controllo gli umani e nascondere loro la verità. L’altra, la vera e dura realtà invisibile ai più, fatta di distruzione e desolazione in cui l’umanità sta combattendo contro le macchine dotate di intelligenza artificiale. Neo, il protagonista, vuole scoprire la verità su Matrix. Da qui un susseguirsi incessante di avventure e scenari fantascientifici. Se non l’hai ancora visto te lo consiglio vivamente.
“Bene.., ma che c’entra un film di fantascienza con me che sto pensando di sposarmi a Borghetto S.Spirito?…Tra l’altro manco avevano in mente di sposarsi Neo e Trinity!“
Per chi non la conoscesse, Borghetto S.Spirito è una ridente località turistica della Riviera ligure di ponente ed effettivamente Neo e Trinity, tra i loro propositi non avevano in programma il matrimonio.
Parafrasando la trama del film, trovo una spiccata attinenza tra il tema cardine della storia cinematografica e la realtà del matrimonio. Ogni coppia di promessi sposi, infatti, quando si trova dinnanzi alle scelte da fare rispetto alla realizzazione delle fotografie che andranno a testimoniare l’avvenuta celebrazione del matrimonio si troverà come Neo a fare i conti con molti dilemmi da risolvere e aspettative da soddisfare.
E tu cosa desideri?
That’s all folks!
Ah!… quasi dimenticavo…, un’ultima cosa…, se desideri conoscere quali sono le domande più efficaci da porre al fotografo di matrimonio per ottenere le informazioni più significative ed utili per organizzare e realizzare il servizio fotografico che hai sempre desiderato, visita questa pagina e scarica la guida gratuita“Cosa chiedere al fotografo di matrimonio”.